Fracastoro * "Syphilis ** sive Morbus gallicus" (1521, 1530)

Fracastoro * "Syphilis ** sive Morbus gallicus" (1521, 1530): indicazione, nel secondo volume dell'opera, di svariate preparazioni galeniche contenenti mercurio *** da utilizzare per la terapia della sifilide. L'A. riferisce che un suo amico barbiere aveva trovato in un antico ricettario una ricetta a base di mercurio definita "Ad scabiem crassam quae cum doloribus juncturarum accidit". Pertanto, quando apparve il morbo gallico, ritenne che tale unguento potesse per analogia riuscire utile e lo somministrò ai pazienti affetti da sifilide. La leggenda vuole che la segnalazione del mercurio quale trattamento della malattia abbia tratto spunto dal mito che racconta di Diana che, furibonda per la uccisione di un suo cervo ad opera di Ilceo, avesse punito il cacciatore con una orribile malattia cutanea la quale sarebbe andata poi a guarigione mediante immersioni in un fiume nel quale scorreva mercurio.
(*) Medico personale di tutti i Papi dell'epoca, noto non soltanto come illustre medico ma anche quale teologo, filosofo, astronomo, geografo, lodato come "la Meraviglia del XVI secolo", (**) termine coniato da Fracastoro, da Syphilus, 2° dei 14 figli di Niobe, pastore delle greggi di Alcitoo sovrano dell'Atlantide, punito da Apollo con la malattia perché adorava quel sovrano come la sua divinità (leggenda raccontata da Omero nell' Iliade). Secondo Falloppio il termine sifilide deriverebbe dal greco "syn": insieme, "philein": amare. Per altri Studiosi deriverebbe da "sus": maiale e "philos": amare, o ancora da "siflos": zoppo, orribile, repulsivo, (***) dall'omonimo pianeta, a cui il metallo fu dedicato dagli alchimisti nel secolo XVI